L'interessante ed originale volume Jihad vs. Mcworld edito dalla First Ballantine Books - New York, ci consegna una penetrante ed acuta analisi della contrapposizione dialettica, centrale nell'era attuale, tra il capitalismo consumistico ed il fondamentalismo religioso e tribale e del modo in cui tale contrapposizione sta ridisegnando il mondo.
L'Autore, Benjamin R. Barber - professore di scienza della politica presso l'Università di Rutgers, particolarmente interessato ai temi connessi alla democrazia, cui ha dedicato suoi precedenti scritti - esplora le allarmanti ripercussioni che il confronto tra queste due forze diametralmente opposte, ma paradossalmente interconnesse, produce sulla democrazia e sugli stati nazionali.
Muovendo da una particolareggiata disamina delle antitetiche tendenze, del diverso background filosofico sotteso ai due fenomeni (integrazione, globalizzazione, universalismo da una parte e particolarismo quotidiano fanaticamente difeso, dall'altra), nonché dei contrapposti obiettivi che propugnano, il libro si sofferma, con stimolanti argomentazioni, a considerarne le interrelazioni e gli aspetti di analogia, rintracciando un comune denominatore nell'approccio di indifferenza nei confronti delle libertà civili che entrambi quei fenomeni esprimono e nella considerazione che essi si oppongono in egual misura alla sovranità dello Stato nazionale, rappresentando una seria minaccia per le istituzioni democratiche che ne costituiscono il fondamento.
A fronte di tali concreti rischi per le libertà civili e la democrazia, l'Autore rivendica la prioritaria necessità di salvaguardare le istituzioni democratiche, in quanto in esse risiede la possibilità di preservare l'essenza della libertà individuale, che si sostanzia nella possibilità di affermare la propria preziosa autonomia di pensiero anche in contesti caratterizzati da forte omogeneizzazione, quali sono i mercati capitalistici.
Viene cioè sostenuta l'imprescindibile necessità di tutelare la persona nel suo ruolo di "cittadino" e non già di mero "consumatore" (nel capitalismo consumistico) o di seguace di una fede religiosa che si oppone ad ogni forma di interdipendenza e ad ogni specie di cooperazione e integrazione sociale artificiale (nel fondamentalismo religioso).
A conclusione dello stimolante percorso attraverso le due realtà e il rapporto di interdipendenza che le lega, l'Autore ben evidenzia come, a meno di un cambiamento di rotta, sia concreto il rischio che, in prospettiva, esse possano rappresentare nuove forme di tirannia in cui, in modo più o meno percettibile, la libertà di scelta dell'individuo ne risulterà conculcata.
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